Non tanto per il risultato finale in sé che avrebbe cambiato poco o nulla rispetto alla prevista vittoria della seconda in classifica, ma quella di Palma Campania è stata una gara importantissima, per come è stata gestita sotto il profilo psicologico, che ha restituito un Solofra vincente e convincente. Come era facilmente prevedibile, il campo di Palma per l’occasione è diventato il Marakana di Belgrado. Già dai primi minuti del riscaldamento si è inteso quale fosse il leit motiv del pomeriggio ma a differenza di quanto avvenuto sulle gradinate (e fuori, ndr), la tenzone atletica tra i 22 è stata sudata, maschia, onesta e gagliarda. Ha vinto lo sport almeno sul rettangolo verde ed è già un traguardo. Poi accettare o meno questo traguardo sta alla coscienza ed all’educazione socio-sportiva di ognuno di noi. Dove e quando ha maturato questa coscienza il Solofra se non negli anni bui delle retrocessioni, dei clamorosi addii, delle sfide impossibili? Sopravvivere alle sconfitte: è in quei momenti che si forma il carattere del vincente. L’hanno capito bene quelli che con Santosuosso lo scorso anno hanno faticato di fronte allo strapotere dell’Hirpinia e della Sarnese, chiudendo a testa bassa un torneo che li voleva protagonisti sin dall’inizio ma che alla fine si è rivelato beffardo. Al tecnico e a quei ragazzi va il merito e tutto il rispetto per non aver mai mollato e per averci sempre creduto. Lo spirito gagliardo di un Pasquale Oliva, l’impeto guerriero di un Dario Della Rocca, il cuore battagliero di un Carmine D’Amico non avranno mai eguali. E poi c’è la ‘lucida follia’ che in certi casi ci vuole per compiere l’impresa. Non me ne voglia nessuno ma ‘pazzi’ lo siamo stati tutti quando dopo quel maledetto pomeriggio contro la Bisaccese abbiamo pensato subito ai fantasmi del passato. Una persona mi disse qualche giorno dopo: “E’ tutto a posto: noi lo vinciamo questo campionato”. Mi sa che aveva ragione…
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1 commento:
grazie per le belle parole
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